da Sarteano a San Casciano dei Bagni
quarta tappa della Via dei Battisteri verso Roma
La camminata si è svolta sabato 13 maggio 2017
Timing della Camminata
ore 8,50 partenza da Sarteano (Km 0)
ore 11,55 arrivo sulla SP (Abbazia di Spineto) (Km 8,4)
ore 12,30 arrivo a Fonte Vetriana per sosta pranzo (Km 10)
ore 13,45 foto di gruppo e ripartenza
ore 16,20 arrivo a S.Casciano dei Bagni (Km 18,4)
ore 8,50 partenza da Sarteano (Km 0)
ore 11,55 arrivo sulla SP (Abbazia di Spineto) (Km 8,4)
ore 12,30 arrivo a Fonte Vetriana per sosta pranzo (Km 10)
ore 13,45 foto di gruppo e ripartenza
ore 16,20 arrivo a S.Casciano dei Bagni (Km 18,4)
L’Abbazia di Spineto
Si trova nella provincia di Siena, a metà strada fra Firenze e Roma, sul versante sud occidentale del Monte Cetona. E’ come un’isola fra la Val di Chiana e la Val d’Orcia.
Nasce nel 1085 e prende nome dalle caratteristiche del bosco dove la pianta ‘ spinum ‘era molto diffusa. Fu la vedova del conte Pepone Manenti di Sarteano ad affidarla nel 1112 ai monaci vallombrosani di Coltibuono. La sua presenza nelle vicinanze di un castello feudatario conferma l’appoggio che nel medioevo i monasteri e l’ abbazie davano a tutta quella popolazione che viveva nella vicinanze. Gli abati seguivano la regola benedettina ed erano un sostegno spirituale ma contribuirono anche per l’agricoltura e l’artigianato. Passò alla protezione prima di Orvieto poi di Siena e successivamente di Firenze, sempre difendendo il proprio territorio sia con fortificazioni che con guarnigioni armate. Nel 1617 Papa Urbano VIII affidò l’abbazia all’odine cistercense, sotto il quale rimase fino alla sua soppressione nel 1783. Quindi la gestione venne affidata a conversi e la proprietà fu incamerata nel patrimonio dello Spedale degli Innocenti di Firenze. Dopo il 1830 la proprietà diventò privata . Gli attuali proprietari sono imprenditori che hanno dedicato l’intero complesso abaziale e il vasto territorio intorno all’ospitalità turistica e congressuale.
La chiesa romanica della SS Trinità ha il tipico impianto vallombrosano: una navata con tetto in vista, ampio transetto con bracci coperti da volte a crociera e tre absidi inserite nella parete terminale sovrastate da eleganti lunette. All'incrocio tra navata e transetto è inserita una cupoletta, protetta esternamente da un tiburio quadrilatero. Il campanile a vela in mattoni, più recente, sovrasta la campata romanica. La facciata, con un portale settecentesco, è rivestita in filaretto di calcare chiaro con pochi elementi decorativi.
Si trova nella provincia di Siena, a metà strada fra Firenze e Roma, sul versante sud occidentale del Monte Cetona. E’ come un’isola fra la Val di Chiana e la Val d’Orcia.
Nasce nel 1085 e prende nome dalle caratteristiche del bosco dove la pianta ‘ spinum ‘era molto diffusa. Fu la vedova del conte Pepone Manenti di Sarteano ad affidarla nel 1112 ai monaci vallombrosani di Coltibuono. La sua presenza nelle vicinanze di un castello feudatario conferma l’appoggio che nel medioevo i monasteri e l’ abbazie davano a tutta quella popolazione che viveva nella vicinanze. Gli abati seguivano la regola benedettina ed erano un sostegno spirituale ma contribuirono anche per l’agricoltura e l’artigianato. Passò alla protezione prima di Orvieto poi di Siena e successivamente di Firenze, sempre difendendo il proprio territorio sia con fortificazioni che con guarnigioni armate. Nel 1617 Papa Urbano VIII affidò l’abbazia all’odine cistercense, sotto il quale rimase fino alla sua soppressione nel 1783. Quindi la gestione venne affidata a conversi e la proprietà fu incamerata nel patrimonio dello Spedale degli Innocenti di Firenze. Dopo il 1830 la proprietà diventò privata . Gli attuali proprietari sono imprenditori che hanno dedicato l’intero complesso abaziale e il vasto territorio intorno all’ospitalità turistica e congressuale.
La chiesa romanica della SS Trinità ha il tipico impianto vallombrosano: una navata con tetto in vista, ampio transetto con bracci coperti da volte a crociera e tre absidi inserite nella parete terminale sovrastate da eleganti lunette. All'incrocio tra navata e transetto è inserita una cupoletta, protetta esternamente da un tiburio quadrilatero. Il campanile a vela in mattoni, più recente, sovrasta la campata romanica. La facciata, con un portale settecentesco, è rivestita in filaretto di calcare chiaro con pochi elementi decorativi.