TULE L'ISOLA DI PITEO DI MARSIGLIA
L’isola di Tule ( Thyle )
Al tempo di Alessandro Magno e di Aristotele visse un personaggio che è passato alla storia come lo scopritore di un’isola.
Era un navigatore originario della colonia greca di Massalia, Piteo di Marsiglia, che tra il 330 ed il 320 a. C. raggiunse il nord dell’Europa, e descrisse il suo viaggio in un libro ‘ Intorno all’Oceano ‘. Del libro sono rimasti solo dei frammenti poiché fu distrutto, forse in uno dei grandi incendi della biblioteca di Alessandria, ma sappiamo che Eratostene e Ipparco lo tennero in grande considerazione. Il suo viaggio parte da Marsiglia e costeggiando la Francia e la Spagna raggiunge l’oceano atlantico passando il difficile stretto di Gibilterra riuscendo ad evitare il controllo dei Cartaginesi.
Piteo riportò notizia che nelle zone polari c’erano periodi di sei mesi di luce e altrettanti di buio. Al suo tempo non fu creduto ma poi gli scienziati attraverso i loro calcoli dettero conferma di questo fenomeno. Quindi il viaggio di Pitea è da considerarsi un viaggio con risultati scientifici piuttosto che un viaggio commerciale.
Facendo una circumnavigazione della Gran Bretagna trovò l’isola di Tule.
L’osservazione del periodo dei sei mesi di luce e di buio nelle zone polari fatte dal navigatore trovarono poi conferma nei calcoli di scienziati greci alessandrini, ciò nonostante il viaggio di Pitea da molti non fu creduto.
Infatti il navigatore marsigliese aveva per primo osservato il periodo di sei mesi di luce e sei mesi di buio che è caratteristico delle zone polari e aveva fatto molte rilevazioni di tipo astronomico nelle zone dell'Europa settentrionale. Queste osservazioni erano state convalidate anche dai calcoli degli scienziati greci alessandrini, che avevano già raggiunto le conclusioni di Pitea attraverso un calcolo teorico della posizione degli astri. Tuttavia, molti furono gli oppositori di Pitea e fu forse per questo che l'opera del navigatore ci è giunta in modo frammentario. Il viaggio di Pitea può essere riassunto in questo modo: partito da Marsiglia, costeggiò la Francia e la Spagna e oltrepassò lo Stretto di Gibilterra, evitando la sorveglianza cartaginese. Poi si inoltrò nell'Atlantico e, arrivato in Gran Bretagna, la circumnavigò, e vi raccolse notizie sulla misteriosa isola di Tule. Sebbene Pitea di Marsiglia abbia visitato le miniere della Cornovaglia, lo scopo del suo viaggio deve essere stato principalmente scientifico e solo in minima parte di tipo commerciale. Il grande mistero creatosi con il viaggio di Pitea è l'identificazione dell'Isola di Tule. Collocata da qualche parte nel nord Europa, è stata oggetto di molte discussioni. Fino a qualche tempo fa, si riteneva di identificare l'isola in questione con l'Islanda o con la Groenlandia, ma più recentemente si è pensato di accostarla all'arcipelago delle isole Orcadi o delle Shetland.
Al tempo di Alessandro Magno e di Aristotele visse un personaggio che è passato alla storia come lo scopritore di un’isola.
Era un navigatore originario della colonia greca di Massalia, Piteo di Marsiglia, che tra il 330 ed il 320 a. C. raggiunse il nord dell’Europa, e descrisse il suo viaggio in un libro ‘ Intorno all’Oceano ‘. Del libro sono rimasti solo dei frammenti poiché fu distrutto, forse in uno dei grandi incendi della biblioteca di Alessandria, ma sappiamo che Eratostene e Ipparco lo tennero in grande considerazione. Il suo viaggio parte da Marsiglia e costeggiando la Francia e la Spagna raggiunge l’oceano atlantico passando il difficile stretto di Gibilterra riuscendo ad evitare il controllo dei Cartaginesi.
Piteo riportò notizia che nelle zone polari c’erano periodi di sei mesi di luce e altrettanti di buio. Al suo tempo non fu creduto ma poi gli scienziati attraverso i loro calcoli dettero conferma di questo fenomeno. Quindi il viaggio di Pitea è da considerarsi un viaggio con risultati scientifici piuttosto che un viaggio commerciale.
Facendo una circumnavigazione della Gran Bretagna trovò l’isola di Tule.
L’osservazione del periodo dei sei mesi di luce e di buio nelle zone polari fatte dal navigatore trovarono poi conferma nei calcoli di scienziati greci alessandrini, ciò nonostante il viaggio di Pitea da molti non fu creduto.
Infatti il navigatore marsigliese aveva per primo osservato il periodo di sei mesi di luce e sei mesi di buio che è caratteristico delle zone polari e aveva fatto molte rilevazioni di tipo astronomico nelle zone dell'Europa settentrionale. Queste osservazioni erano state convalidate anche dai calcoli degli scienziati greci alessandrini, che avevano già raggiunto le conclusioni di Pitea attraverso un calcolo teorico della posizione degli astri. Tuttavia, molti furono gli oppositori di Pitea e fu forse per questo che l'opera del navigatore ci è giunta in modo frammentario. Il viaggio di Pitea può essere riassunto in questo modo: partito da Marsiglia, costeggiò la Francia e la Spagna e oltrepassò lo Stretto di Gibilterra, evitando la sorveglianza cartaginese. Poi si inoltrò nell'Atlantico e, arrivato in Gran Bretagna, la circumnavigò, e vi raccolse notizie sulla misteriosa isola di Tule. Sebbene Pitea di Marsiglia abbia visitato le miniere della Cornovaglia, lo scopo del suo viaggio deve essere stato principalmente scientifico e solo in minima parte di tipo commerciale. Il grande mistero creatosi con il viaggio di Pitea è l'identificazione dell'Isola di Tule. Collocata da qualche parte nel nord Europa, è stata oggetto di molte discussioni. Fino a qualche tempo fa, si riteneva di identificare l'isola in questione con l'Islanda o con la Groenlandia, ma più recentemente si è pensato di accostarla all'arcipelago delle isole Orcadi o delle Shetland.